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CYRANO DE BERGERAC Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 giugno 1990
 
di Jean-Paul Rappenau, con Gérard Depardieu, Anne Brochet (Francia, 1990)
 
I leggendari versi alessandrini del CYRANO hanno spesso tentato (e tradito) il mondo del cinema. Rappenau, assieme al celebre sceneggiatore Jean-Claude Carrière ha fatto le cose a dovere: ricostruito l'intrigo come se si trattasse di una sceneggiatura originale, gommato i passaggi più datati, aggiunto, addirittura ricostruito dei versi quando ciò sembrava indispensabile ad una versione in immagini. Ed il tutto è sfociato in un'edizione ariosa di uno dei lavori teatrali più eseguiti al mondo, in un uso delizioso degli alessandrini che, passato il primo momento di smarrimento, lo spettatore accetta immediatamente come fossero un linguaggio al quale fossero abituati da sempre.

Con ciò, CYRANO non è assolutamente del teatro filmato: Rappenau ha saputo organizzare il respiro della propria regia sul ritmo del discorso, sul fascino di quella parola che - poco a poco - prende il sopravvento sulla seduzione della parvenza. Così le sequenze privilegiate del film (che spesso coincidono con quelle della pièce) come la straordinaria scena d'apertura nel teatro che si conclude con il celebre monologo sul naso, quella sotto il balcone di Roxane con Cyrano che "detta" le frasi della propria passione attraverso le labbra del bel Christian, o il finale struggente nel quale Cyrano, ormai morente, riesce finalmente a confessare a Roxane il suo amore si costruiscono su un'arte consumata dell'ellissi cinematografica. Di quella facoltà che permette ad un cineasta di plasmare la durata dei suoi tempi, di rallentare o precipitare la descrizione di un avvenimento a seconda delle necessità espressive: in questo caso, dell'accordo e del privilegio del linguaggio.

Tutto questo sarebbe risultato probabilmente insufficiente senza la presenza di uno straordinario Gérard Depardieu: tutta la forza e la fragilità del personaggio, le contraddizioni che ne hanno fatto una delle figure più amate della scena teatrale, tutta la sua dimensione poetica insomma si ritrova amplificata dalla fremente sensibilità che s'indovina all'interno della sempre più spettacolare corpulenza del maggior attore cinematografico europeo. Depardieu è Cyrano, così come Arletty è stata la Garance di LES ENFANTS DU PARADIS, o Clark Gable il Brett di VIA COL VENTO: non basta non assegnargli un Oscar perché non faccia parte ormai della nostra memoria di spettatori.


   Il film in Internet (Google)

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